venerdì 11 luglio 2014

SE IL POTERE TRADISCE IL POPOLO

In un bellissimo film con Ugo Tognazzi, “La vita agra”, proprio lui, fascista cremonese e repubblichino volontario internato poi a Coltano (nel campo di concentramento americano) dove incontrò il camerata Vianello, anch’esso fascista e repubblichino, ed insieme divennero poi la coppia di attori “Tognazzi-Vianello” , dice: “L’asfalto ha rovinato le rivoluzioni, non ci sono più sassi”.
E’ vero, camerata Ugo, siamo nella polvere, non ci sono più sanpietrini o pietre da lanciare contro il Palazzo, ormai la politica si fa come per presentare la domanda per un impiego pubblico e non più per essere al servizio delle Idee e dei cittadini.
E Tognazzi supera se stesso quando urla con l’ira del giusto che si sente tradito: “Io vorrei far esplodere il Torracchione”, riferendosi ad un grattacielo di Milano dove veniva gestito il “potere”, per vendicarsi dalle miniere chiuse, per fare giustizia dei lavoratori licenziati. Caro camerata Ugo, l’è cambià nigot. Non è cambiato niente. Il Torracchione c’è ancora e si chiama Pirellone e, anzi, a Milano ne hanno fatti altri di nuovi e meno conosciuti e poi ne hanno creati uno in ogni regione …solamente a Roma, forse per una questione di “belle arti”, hanno deciso di non crearne uno unico ma si sono dislocati nei palazzi …quelli romani e ne combinano di ogni…pensa ! persino sulle disgrazie, sulle calamità naturali….mentre noi soffriamo di sonnambulismo. Dormiamo a occhi aperti, mentre davanti a noi fanno e disfano.
Le recenti decisioni assunte da governi nazionali come Spagna, Francia, Belgio, Lussemburgo, ecc. ratificando le Decisioni della Commissione Europea in materia di famiglia (gender) , immigrazione, fisco ecc. ripropongono un problema tanto drammatico quanto irrisolto: quello della legittimazione del potere e dell’obbligo di obbedienza da parte del cittadino.
Ma attenzione perché “obbligo di obbedienza” ha diritto di mutarsi, in situazioni di estrema gravità, in obbligo di ribellione.
Queste imposizioni “communitariste” da parte della Commissione Europea nei confronti dei paesi membri dell’Unione Europea ripropongono con forza questo problema fondamentale della convivenza civile: la legittimità dell’esercizio dell’autorità e il conseguente dovere di obbedienza da parte del suddito-cittadino.
In tutto il mondo occidentale è in atto una corsa verso l’abisso e anche in casa nostra, con l’approvazione della legge Scalfarotto alle porte, si preparano tempi peggiori dell’attuale, che già fa schifo.
In situazione di normalità, senza dubbio il cittadino è tenuto ad obbedire all’autorità e a rispettare le norme da questa emanate. Questo principio trova però il suo limite nel fatto che l’autorità agisca per il bene comune. Se l’autorità, sia essa rappresentata da un re o da un presidente, non solo non persegue il bene comune, ma addirittura opera palesemente contro il bene, tale autorità si può considerare ancora legittima? La risposta è senza dubbio “no !”. Tanto più quando l’operare contro il bene comune non si attua in provvedimenti che per loro natura sono contingenti e comunque relativi a problematiche puramente materiali e/o di organizzazione, ma addirittura investe le basi stesse della convivenza, l’ordine naturale su cui poggia l’esistenza umana.
La corsa, ed è apparentemente inarrestabile, degli Stati occidentali verso la dissoluzione, impone però a mio avviso di considerare seriamente anche un altro problema: i sistemi politici attuali si avviano tutti verso una dittatura che non può non condurre – è solo questione di tempo – che alla catastrofe della convivenza civile, con la catastrofe dello Stato, che della stessa dovrebbe essere garante.
Allora contro i progetti politici del governo dell’Unione Europea (la Commissione Europea) si rende sempre più urgente agire.
Agire per fermare, con ogni mezzo, i reggitori delle Nazioni Europee ovvero quei governi che decidano di adottarle, portando alla rovina i popoli a loro affidati.
Non è forse doveroso fermare la corsa verso la distruzione, con ogni mezzo, prima che sia troppo tardi? Oppure bisogna limitarsi a guardare o, al massimo, a deprecare?
Allora armiamoci di sanpietrini o pietre, in loro assenza, e partiamo.

Art del camerata Marco Affatigato.



 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.