Nell’ultimo attacco, sabato mattina, l’aviazione israeliana ha colpito un orfanotrofio a Beit Lahya (a nord di Gaza) provocando la morte di tre bambine disabili e ferendo diverse infermiere. Il bilancio delle vittime al quinto giorno di raid aerei da parte di Israele sale così a oltre 120 morti e più di 600 feriti. La notizia dell’orfanotrofio colpito arriva dall’agenzia di stampa Quds Press, in Israele per ora l’episodio non è stato commentato. In generale il portavoce militare sostiene che Hamas ha sistematicamente provveduto a nascondere missili e armi in moschee ed in istituti pubblici. In cinque giorni di raid aerei sono state rase al suolo 282 case mentre 9mila sono state severamente danneggiate. E la promessa è di continuare con armi di precisione anche nelle prossime 24 ore. «Ci sono ancora molti obiettivi da bombardare, ha spiegato sempre il portavoce militare di Israele, precisando che le Forze armate si stanno preparando per le «prossime fasi» dell’Operazione «Confine protettivo», presumibilmente l’invasione di terra della Striscia.
Prima di colpire un edificio nella striscia di Gaza, l'IDF avverte i suoi abitanti utilizzando una procedura chiamata "bussano sul tetto," in quale fuoco forze un piccolo mortaio al bersaglio per indicare l'imminente attacco e quelli interno a fuggire prima di colpirlo con tutta la forza del segnale.
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