mercoledì 6 novembre 2013

Tanti giovani si dimettono da La Destra.

“Con altri 200 dirigenti de La Destra, soprattutto giovani, abbiamo rassegnato le nostre irrevocabili dimissioni dal partito“ è quanto dichiara in una nota Giuliano Moggi, Dirigente Nazionale de La Destra e Coordinatore Nazionale di Gioventù Italiana, movimento giovanile del partito, per i rapporti con i movimenti esteri. “Alla base della nostra scelta”, continua la nota, “la definitiva consapevolezza che il partito non abbia mai voluto puntare sui giovani, sul valore e sul merito. L’idea di far “rinascere” Alleanza Nazionale, con personaggi che hanno alle spalle 30 anni in Parlamento, ne è oggi una chiara testimonianza come altresì ne fu una prova evidente,cinque anni fa, la nomina a Coordinatore Nazionale di Gioventù Italiana di un personaggio ambiguo come Gianni Musetti che come giovane ha dimostrato di avere solamente il dato anagrafico. La nomina di Musetti, già sfiduciato dalla maggioranza dei dirigenti giovanili, si è rivelata infelice ed insensata, nonostante si sia sempre cercato di salvare le apparenze e nonostante l’evidenza che di quella bellissima realtà che stava diventando Gioventù Italiana oggi non vi siano che le briciole. La sua comprovata incapacità di saper gestire il movimento è stata sempre evidenziata da quasi tutti i massimi dirigenti nazionali de La Destra sia al Congresso di Torino del 2011 che nei seguenti Comitati Centrali, peraltro quasi tutti da lui disertati. Tutto questo ha inevitabilmente comportato la fuga, quasi a cadenza mensile, di intere federazioni giovanili e di centinaia e centinaia di militanti e, di conseguenza, la lenta ma inesorabile morte di Gioventù Italiana. In questi 7 anni ne La Destra, avevamo insistentemente manifestato la necessità di indire il 1° Congresso Nazionale di Gioventù Italiana, in modo tale che si potesse affermare un concreto criterio meritocratico nella gestione delle strutture e che si potesse plasmare una nuova e giovane classe dirigente. Musetti, nonostante sia stato nominato e mai eletto dai giovani, ha sempre preferito blindare la sua poltrona e mantenere l’attuale status quo ovvero quasi il nulla, considerata la bellissima realtà che stava diventando Gioventù Italiana prima del suo arrivo”. “Il bilancio alla fine di questi 7 anni”, conclude Moggi, “ci induce a lasciare questa formazione politica per cercare di ricreare altrove quell’entusiasmo, quella voglia, quella passione che ha animato tante generazioni di giovani prima di noi e, siamo sicuri, emozionerà“.
Fonte.
QuotidianoATUTTADESTRA

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.