QUANDO LA PORTA PRINCIPALE
NON FUNZIONA (IL PARLAMENTO)
PRENDERE L’USCITA DI SOCCORSO (LA RIVOLTA) SI RENDE
NECESSARIO.
Una “rivoluzione” dolce, dolce per il momento, sta
per mettersi in marcia …e se la rivolta è il suo inizio, la rivoluzione è il suo
compimento.
Vedo moltiplicarsi intorno al Comitato per la Resistenza Nazionale ed ai gruppi
spontanei, alle sigle a-partitiche e a-sindacali, agli agricoltori e ai
cittadini che già vi aderiscono , altri gruppi spontanei pronti a spoliarsi
delle proprie sigle e abbandonare quei riferimenti cui la partitocrazia ci ha
abituati per decenni ad avere come “spartiacque” : destra e sinistra per tornare
ad essere popolo, uno ed unico. Un popolo che ha come vessillo la bandiera
tricolore e come identità l’italianità.
Ecco che nelle grandi città come Torino, Bologna,
Napoli, Messina, Cagliari già cominciano a verificarsi i primi avvenimenti, le
prime manifestazioni unitarie di piazza…e sui social-network dibattiti e
forums su unico tema : ABBATTERE QUESTO STATO CORROTTO, LADRO E MAFIOSO …unico
tema per , finalmente, poter cambiare qualcosa.
E’ vero ! Tutti noi vorremmo, a livello individuale,
che questo “cambiare qualcosa” ci portasse poi al nostro “Stato ideale” (per me
e gli ordinovisti lo Stato Organico) …ma intanto accontentiamoci di raggiungere
il primo obiettivo.
Ci sarà anche chi continuerà a filosofeggiare
asserendo che una rivolta che nasce dall’indignazione non è un cambiamento, che
non c’è un leader che la guida, che non c’è una organizzazione. Questa è solo
una scusa per poter proseguire a “parlar di rivoluzione” , magari scrivendoci
sopra articoli e libri filosofici sul perché e sul come ed erigersi a “teorici”
anche con qualche guadagno economico, ma inserendosi così nel contesto di questo
sistema. Ma la Storia, quella con la “S” maiuscola ci insegna proprio che è
attraverso la rivolta , con il suo entusiasmo e con la sua rabbia, che si
esprimono sui volti dei partecipanti che si vede proprio la volontà di voler
cambiare se non il mondo almeno l’Italia. E questi “guerrieri”, per loro stessi
ma anche per coloro che non hanno la forza o la immediata volontà di
partecipare, attireranno altri “guerrieri” in cerca della propria via di
riscossa per superare la loro personale crisi, ma che è poi la crisi di questa
società, per costruire un futuro più desiderabile per tutti.
Un cambiamento però è imperativo: le regole
istituzionali e politiche, oggi sottomesse non all’Europa delle Nazioni ma un
Consiglio Europeo figlio della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario
Internazionale che ci conduce , sempre di più, verso l’austerità economica ma
anche culturale.
La sobrietà è l’antidoto all’austerità.
La sobrietà ci porta a vivere meglio distinguendo fra
l’essenziale ed il superfluo, mentre l’austerità ci condanna solamente a vivere
peggio. La sobrietà è giusta perché proporzionale alle possibilità di ognuno;
la sobrietà è la condizione di una suddivisione più equa delle ricchezze; la
sobrietà è la preservazione degli equilibri dell’ambiente (e non solo di quello
in cui viviamo); la sobrietà è creativa, valorizza tanto il relazionarsi e la
qualità delle persone quanto la produzione e la quantità e costo dei prodotti.
In breve la sobrietà è una fonte di progresso e non invece una regressione,
come lo è l’austerità.
Oggi, siamo sempre di più ad essere indignati per le
disuguaglianze che crescono e che generano povertà, disoccupazione, esclusione,
violenza finanche la morte per suicidi; oggi, siamo sempre di più ad essere
indignati per la corruzione invadente nella sfera del mondo politico e
istituzionale che porta alla degradazione del nostro Paese; oggi, siamo sempre
di più ad essere indignati per la sovranità incontrollata della finanza che
uccide i cittadini, la produzione ed inquina i beni comuni vitali come i servizi
sociali e la sanità con la scusante del debito pubblico.
Finalmente qualcuno ha deciso di resistere ! Non
saranno numerosi …ma lo saranno, dopo, sempre di più ! Hanno deciso di resistere
per loro stessi ma anche per lo sfacelo in cui questa Europa dei banchieri ci
sta trascinando: è una Resistenza Nazionale.
Personalmente sono fiducioso nelle loro capacità,
nella capacità di ognuno che vi partecipa come di ognuno che la promuove. Questo
momento permetterà di creare nuove basi per costruire insieme, perché
determinati a trovare equilibri giusti in materia sociale e ambientale.
Sono persuaso che, oggi, il cambiamento della società
non può nascere dal Parlamento ma da un nuovo slancio dei cittadini. Uno slancio
che promuoveranno coloro che hanno deciso e decideranno ad impegnarsi in questa
rivolta perché l’intelligenza dei cittadini è proprio quella di non vivere in
vasi chiusi , in partiti che ormai non funzionano solo che per mantenersi in
vita economicamente e capaci solamente di annunciare ciò che è “politicamente
corretto” attraverso quei canali di informazione (carta stampata e radio
televisione) che vivono, anzi sopravvivono, anch’essi dei loro soldi e dei
contributi che attraverso il finanziamento all’editoria e la “pubblicità
istituzionale” gli fanno pervenire sistematicamente ogni anno e quindi
controllandoli.
La mattina del 9 dicembre
(la rivolta sarà già iniziata nel corso delle prime ore della notte) sarà il
momento per voi di prendere una posizione affinché possa esserci un avvenire
accettabile da subito per tutti ma soprattutto per le generazioni future.
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