giovedì 7 novembre 2013

Opinioni Politiche di Marco Affatigato e non solo........


QUANDO LA PORTA PRINCIPALE NON FUNZIONA (IL PARLAMENTO)

PRENDERE L’USCITA DI SOCCORSO (LA RIVOLTA) SI RENDE NECESSARIO.


Una “rivoluzione” dolce, dolce per il momento, sta per mettersi in marcia …e se la rivolta è il suo inizio, la rivoluzione è il suo compimento.
Vedo moltiplicarsi intorno al Comitato per la Resistenza Nazionale ed ai gruppi spontanei, alle sigle a-partitiche e a-sindacali, agli agricoltori e ai cittadini che già vi aderiscono , altri gruppi spontanei pronti a spoliarsi delle proprie sigle e abbandonare quei riferimenti cui la partitocrazia ci ha abituati per decenni ad avere come “spartiacque” : destra e sinistra per tornare ad essere popolo, uno ed unico. Un popolo che ha come vessillo la bandiera tricolore e come identità l’italianità.
Ecco che nelle grandi città come Torino, Bologna, Napoli, Messina, Cagliari già cominciano a verificarsi i primi avvenimenti, le prime manifestazioni unitarie di piazza…e sui social-network  dibattiti  e forums  su unico tema : ABBATTERE QUESTO STATO CORROTTO, LADRO E MAFIOSO …unico tema per , finalmente, poter cambiare qualcosa.

E’ vero ! Tutti noi vorremmo, a livello individuale, che questo “cambiare qualcosa” ci portasse poi al nostro “Stato ideale”  (per me e gli ordinovisti lo Stato Organico) …ma intanto accontentiamoci di raggiungere il primo obiettivo.

Ci sarà anche chi continuerà a filosofeggiare asserendo che una rivolta che nasce dall’indignazione non è un cambiamento, che non c’è un leader che la guida, che non c’è una organizzazione. Questa è solo una scusa per poter proseguire a “parlar di rivoluzione” , magari scrivendoci sopra articoli e libri filosofici sul perché e sul come ed erigersi a “teorici” anche con qualche guadagno economico, ma inserendosi così nel contesto di questo sistema. Ma la Storia, quella con la “S” maiuscola ci insegna proprio che è attraverso la rivolta , con il suo entusiasmo e con la sua rabbia, che si esprimono sui volti dei partecipanti che si vede proprio la volontà di voler cambiare se non il mondo almeno l’Italia. E questi “guerrieri”, per loro stessi ma anche per coloro che non hanno la forza o la immediata volontà di partecipare, attireranno altri “guerrieri” in cerca della propria via di riscossa per superare la loro personale crisi, ma che è poi la crisi di questa società, per costruire un futuro più desiderabile per tutti.

Un cambiamento però è imperativo: le regole istituzionali e politiche, oggi sottomesse non all’Europa delle Nazioni ma un Consiglio Europeo figlio della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale che ci conduce , sempre di più, verso l’austerità economica ma anche culturale.
La sobrietà è l’antidoto all’austerità.

La sobrietà ci porta a vivere meglio distinguendo fra l’essenziale ed il superfluo, mentre l’austerità ci condanna solamente a vivere peggio. La sobrietà è giusta perché  proporzionale alle possibilità di ognuno; la sobrietà è la condizione di una suddivisione più equa delle ricchezze; la sobrietà è la preservazione degli equilibri dell’ambiente (e non solo di quello in cui viviamo); la sobrietà è creativa, valorizza tanto il relazionarsi e la qualità delle persone quanto la produzione e la quantità e costo dei prodotti. In breve la sobrietà  è una fonte di progresso e non invece una regressione, come lo è l’austerità.

Oggi, siamo sempre di più ad essere indignati per le disuguaglianze che crescono e che generano povertà, disoccupazione, esclusione, violenza finanche la morte per suicidi; oggi, siamo sempre di più ad essere indignati per la corruzione invadente nella sfera del mondo politico e istituzionale che porta alla degradazione del nostro Paese; oggi, siamo sempre di più ad essere indignati per la sovranità incontrollata della finanza che uccide i cittadini, la produzione ed inquina i beni comuni vitali come i servizi sociali e la sanità con la scusante del debito pubblico.

Finalmente qualcuno ha deciso di resistere ! Non saranno numerosi …ma lo saranno, dopo, sempre di più ! Hanno deciso di resistere per loro stessi ma anche per lo sfacelo in cui questa Europa dei banchieri ci sta trascinando: è una Resistenza Nazionale.


Personalmente sono fiducioso nelle loro capacità, nella capacità di ognuno che vi partecipa come di ognuno che la promuove. Questo momento permetterà di creare nuove basi per costruire insieme, perché determinati a trovare equilibri giusti in materia sociale e ambientale.
Sono persuaso che, oggi, il cambiamento della società non può nascere dal Parlamento ma da un nuovo slancio dei cittadini. Uno slancio che promuoveranno coloro che  hanno deciso e decideranno ad impegnarsi in questa rivolta perché l’intelligenza dei cittadini è proprio quella di non vivere in vasi chiusi , in partiti che ormai non funzionano solo che per mantenersi in vita economicamente e capaci solamente di annunciare ciò che è “politicamente corretto” attraverso quei canali di informazione (carta stampata e radio televisione) che vivono, anzi sopravvivono, anch’essi dei loro soldi e dei contributi che attraverso il finanziamento all’editoria e la “pubblicità istituzionale” gli fanno pervenire sistematicamente ogni anno e quindi controllandoli.
La mattina del 9 dicembre (la rivolta sarà già iniziata nel corso delle prime ore della notte) sarà il momento per voi di prendere una posizione affinché possa esserci un avvenire accettabile da subito per tutti ma soprattutto per le generazioni future.

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