Sarà un 9 dicembre che entrerà nella storia quello che vedrà compiersi una delle più ambiziose proteste dell’ultimo secolo: “L’Italia si ferma”.
Dal web viaggia senza freni l’informazione su un insieme di attività che sta vedendo aderire giorno per giorno sempre più realtà nazionali per protestare contro temi sempre più cari alla cittadinanza quali “la corruzione della classe politica, la collusione con la mafia, lo sperpero di denaro pubblico, la distruzione del territorio, la distruzione della grande capacità produttiva e lavorativa, le aziende che falliscono o che fuggono in altri paesi dove lavorare non è reato” perché “ormai l’Italia è il paese adatto solo a chi viene a delinquere o a farsi mantenere dal nostro lavoro”.
Denunce forti che denunciano “l’arrivo al capolinea di questa politica con una Nazione ormai prossima al fallimento”.
Decine le realtà aderenti all’evento che si consumerà in decine di piazze d’Italia incarnando uno dei messaggi introduttivi più incalzanti: “Per tutti quelli che, come me, hanno sempre pensato di voler fare qualcosa per cambiare l’attuale situazione economica e sociale in Italia ma non hanno mai avuto l’occasione per fare qualcosa di concreto. Questa manifestazione è importante perché non è, come tutte fino ad ora, organizzata da un qualche partito per prendersi voti alle spese di un altro; qui non c’è nessun partito ne movimento politico, qui si tratta solamente del popolo che è stanco di essere preso in giro e vuole dire “Basta”. Questa è la nostra occasione per far vedere che ci siamo, che siamo in tanti e che non possono fare nulla per impedire il risveglio della popolazione. Nei prossimi giorni verranno pubblicate ulteriori informazioni su quest’evento, intanto, fin da ora, è nostro obbligo morale il divulgare il più possibile”.
Insomma, gli spunti ci sono tutti per creare qualcosa di diverso, che parta dal basso e a partire dalla mezzanotte del 9 dicembre, dalla Sicilia al Veneto, avrà inizio una protesta, con presidi e blocchi stradali su iniziativa di diverse associazioni di piccoli imprenditori, del settore agricolo e dell’autotrasporto: uomini di categorie produttive così diverse, dagli agricoltori agli autotrasportatori, falcidiati dal peso della crisi e dalle politiche di austerità, che hanno deciso di smettere di stare a guardare, di unire le forze per innescare una scintilla e mobilitare i cittadini.
Da questa spinta è stato costituito un Coordinamento Nazionale di cui fanno parte, i Forconi, i Comitati riuniti agricoli, i Liberi Imprenditori Federalisti Europei, le associazioni degli autotrasportatori, Azione rurale Veneto, i comitati dei produttori di latte e degli allevatori.
I gruppi si sono organizzati fa face book … adesso spazio alla comunicazione e alle adesioni.
Dal web viaggia senza freni l’informazione su un insieme di attività che sta vedendo aderire giorno per giorno sempre più realtà nazionali per protestare contro temi sempre più cari alla cittadinanza quali “la corruzione della classe politica, la collusione con la mafia, lo sperpero di denaro pubblico, la distruzione del territorio, la distruzione della grande capacità produttiva e lavorativa, le aziende che falliscono o che fuggono in altri paesi dove lavorare non è reato” perché “ormai l’Italia è il paese adatto solo a chi viene a delinquere o a farsi mantenere dal nostro lavoro”.
Denunce forti che denunciano “l’arrivo al capolinea di questa politica con una Nazione ormai prossima al fallimento”.
Decine le realtà aderenti all’evento che si consumerà in decine di piazze d’Italia incarnando uno dei messaggi introduttivi più incalzanti: “Per tutti quelli che, come me, hanno sempre pensato di voler fare qualcosa per cambiare l’attuale situazione economica e sociale in Italia ma non hanno mai avuto l’occasione per fare qualcosa di concreto. Questa manifestazione è importante perché non è, come tutte fino ad ora, organizzata da un qualche partito per prendersi voti alle spese di un altro; qui non c’è nessun partito ne movimento politico, qui si tratta solamente del popolo che è stanco di essere preso in giro e vuole dire “Basta”. Questa è la nostra occasione per far vedere che ci siamo, che siamo in tanti e che non possono fare nulla per impedire il risveglio della popolazione. Nei prossimi giorni verranno pubblicate ulteriori informazioni su quest’evento, intanto, fin da ora, è nostro obbligo morale il divulgare il più possibile”.
Insomma, gli spunti ci sono tutti per creare qualcosa di diverso, che parta dal basso e a partire dalla mezzanotte del 9 dicembre, dalla Sicilia al Veneto, avrà inizio una protesta, con presidi e blocchi stradali su iniziativa di diverse associazioni di piccoli imprenditori, del settore agricolo e dell’autotrasporto: uomini di categorie produttive così diverse, dagli agricoltori agli autotrasportatori, falcidiati dal peso della crisi e dalle politiche di austerità, che hanno deciso di smettere di stare a guardare, di unire le forze per innescare una scintilla e mobilitare i cittadini.
Da questa spinta è stato costituito un Coordinamento Nazionale di cui fanno parte, i Forconi, i Comitati riuniti agricoli, i Liberi Imprenditori Federalisti Europei, le associazioni degli autotrasportatori, Azione rurale Veneto, i comitati dei produttori di latte e degli allevatori.
I gruppi si sono organizzati fa face book … adesso spazio alla comunicazione e alle adesioni.
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