mercoledì 24 settembre 2014

LA FRANCIA INIZIA A BRUCIARE MENTRE L’ITALIA PIANGE SU SE STESSA.

 
Art camerata Marco Affatigato.
 
 
 
 
E’ di qualche giorno fa che i “coltivatori diretti” del Nord Ovest della Francia hanno manifestato contro la politica agricola ed economica impositiva del governo francese che mina gravemente la loro attività . La collera è divenuta ancor più forte poiché questo settore è stato raggiunto anche dalle sanzioni che la Russia, rispondendo alle sanzioni dell’Unione Europea, ha applicato nei confronti dei prodotti agricoli francesi.
Una collera che si è sviluppata con una marcia di trattori e macchine agricole in direzione dei “centri” che rappresentano lo Stato francese: l’ufficio delle imposte e quello della “mutuelle agricole” ( il nostro INPS), dove dapprima hanno scaricato un bel po’ di metri cubi di letame e poi …incazzati…hanno assalito facendo irruzione all’interno, devastando tutti gli uffici e letteralmente dando fuoco agli immobili (foto ).
Ecco come la collera degli “imprenditori agricoli” , i contadini, si è trasformata in rivolta. In rivolta contro il “programma economico” francese che oltre alle imposte già presenti prevede un loro aumento e in rivolta contro la posizione della Francia nei confronti della Russia , nella crisi ucraina, che ha comportato il blocco delle importazioni da parte della Russia dei prodotti agricoli francesi. Certamente che il governo social-democratico (così si è definito recentemente il rappresentante, primo ministro Valls, del presidente della Repubblica francese, Hollande anch’egli definitosi “social-democratico”, pur essendo entrambi socialisti membri del Partito Socialista francese ed eletti in quanto tali) reagirà nei confronti di questi manifestanti-rivoltosi. Del resto ha già dato ordine al ministro degli Interni (socialista) di “arrestare” i contadini che hanno osato bruciare gli “status simbol” del potere, non pensando minimamente che forse questa gente che vive della vendita del lavoro nei campi forse ha anche ragione ad incazzarsi. E gli agricoltori ora come prima i trasportatori (che oltre i “blocchi stradali” avevano bruciato i “caselli di pagamento” autostradali fino a portare il governo a rinunciare all’imposta sul traffico dei camion) s’incazzeranno ancora pur di ottenere ciò che chiedono, giustamente. Ma questo è la Francia dove gli “scioperi” , vedi lo sciopero dei piloti di Air France, sono scioperi che bloccano il paese e dove le “rivolte” sono rivolte. Niente a che vedere con i nostri “scioperi programmati e autorizzati” e con le nostre “rivolte intermittenti e comode”. Ma la differenza è che loro ottengono il risultato sperato e cercato mentre noi ….una bella risata da parte di chi governa.
Ma quanto accaduto in Francia riguarda solamente la Francia ? No, certamente perché “ The European Commission suspended compensation to producers of fruits and vegetables affected by the Russian sanctions, due to the large amount of claims authorities received, a source in one of the European institutions told Itar-tass”. Tradotto: siamo fottuti.
Perché “lo stop agli aiuti per l’ortofrutta colpita dall’embargo deciso dalla Russia ci colpisce duramente in quanto siamo leader europeo nella produzione di ortofrutta che sta attraversando una crisi senza precedenti”, così spiegava pochi giorni fa il presidente della Coldiretti italiana, Roberto Moncalvo, nel commentare l’improvvisa decisione della Commissione europea di sospendere le misure di emergenza introdotte dopo l’embargo russo a sostegno della frutta e verdura deperibile per cercare di progettare entro pochi giorni un sistema più mirato a causa di un aumento sproporzionato di richieste di aiuto per alcuni prodotti.
Ancora una volta siamo vittime delle decisioni prese dalla Commissione Europea:
- vittime delle scelte dei criteri per sostenere l’agricoltura europea (“i produttori polacchi – spiega la Coldiretti – avrebbero infatti presentato richieste per l’87% dei fondi destinati a sostenere tutti i produttori comunitari di ortofrutta deperibile, poiché le indennità di ritiro previste risultano molto interessanti in situazioni con costi di produzione più’ bassi; si tratta della dimostrazione che é profondamente sbagliato non tenere conto delle diverse situazioni produttive tra i diversi paesi nella definizione di misure di sostegno che risultano a questo punto particolarmente importanti e urgenti per l’Italia”);
-vittime per l’embargo verso la Russia, vittime della risposta della Russia all’embargo nei suoi confronti.
Ma cosa è accaduto a Roma , al governo Napolitano-Renzi (sostenuto da Berlusconi) ? Nulla ! ovviamente: Renzi non rinnega il suo appoggio incondizionato all’Ucraina e quindi alle decisioni europee, che poi ora dipendono dal ministro Mogherini, che ha detto che la Russia non è più un partner strategico. Adesso lo spieghino bene anche a quelli imprese agricole e agricoltori che falliranno.
L’ortofrutta è il settore produttivo del “Made in Italy” in più colpito dall’embargo con le esportazioni che avevano raggiunto i 72 milioni di euro nel 2013 senza dimenticare i danni indiretti provocati dal rischio di invasione sul territorio nazionale di prodotti di altri Paesi che non possono trovare più uno sbocco in Russia. Complessivamente il danno diretto è stimato in circa 200 milioni di euro all’anno e riguarda oltre all’ortofrutta il blocco delle esportazioni delle carni per 61 milioni di euro e di latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro. Da segnalare che sono stati colpiti anche prodotti tipici dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per un importo di 15 milioni di euro), ma anche prosciutti a denominazione di origine. Le misure di sostegno che sono state sospese prevedevano un importo di 125 milioni sino a novembre per tutta l’Unione Europea a sostegno dei prodotti ortofrutticoli (pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi). Con ritiri dal mercato e compensazioni per la non-raccolta e la raccolta anticipata con l’assistenza finanziaria per tutti i produttori, inclusi quelli che non fanno parte di organizzazioni di produttori.
Peccato che i coltivatori diretti italiani non siano neanche lontani cugini dei coltivatori diretti francesi: loro hanno oltre alla rabbia anche le palle per reagire ed agire , quelli italiani oltre alla rabbia hanno tante chiacchere e lacrime per richieste di ..elemosine, come gli 80 euro in busta paga e i 70 euro di indennità alle forze dell'ordine, accontentandosi.



 

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