venerdì 7 novembre 2014

ABOLIAMO I PARTITI

 
 
ABOLIAMO I PARTITI PERCHE’ CON I PARTITI “CAMBIARE (NON) SI PUO’”

Di Marco Affatigato.


Una riflessione sull’inganno della società civile che partecipa

Si è concluso il circo delle candidature elettorali e della presentazione delle liste e se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul fatto che dai partiti ci si possa aspettare qualcosa di positivo, le vicende della corsa ai candidati hanno sgomberato il campo. Sembrava un incrocio fra le partite a figurine dei bambini e il mercato delle vacche dei grandi. Programmi per gestione del Paese nei prossimi cinque anni ? Nessuno ! Solo, seguendo le comiche, tutti a cercare di scimmiottare quello che dice Grillo rifacendosi impossibili verginità nelle liste elettorali mettendo da parte due o tre dei maggiori compromessi fra i vari impresentabili di cui sono assortiti i partiti. Uno spettacolo pietoso e indegno.

In questo quadro mi soffermo un attimo sull’impossibile speranza che la società civile possa contare qualcosa attraverso i partiti. I partiti come “organo rappresentativo di una aggregazione sociale”  hanno avuto un senso ed avrebbero ancora quel senso se non fossero divenute “incubatrici”  di un sistema politico aziendale che non fa mai nulla per nulla e se danno qualcosa è solo perché sanno che in cambio avranno molto di più di quello che danno, ma solo a livello economico.

Quei personaggi, soprattutto con un background di partito, che parlano di società civile, di nuovi soggetti politici e così via, cercando di attirare a sé movimenti, comitati o simili, non fanno altro che cercare di avere il consenso per salire su qualche poltrona che garantisca loro un buon stipendio e garantisca al partito azienda (lanciato da Berlusconi , con il movimento Forza Italia)) un buon fatturato a fine anno (o fine legislatura).

E a destra ? Quale “destra” vi domanderete voi (come el resto mi domando io) ? A Destra , quella con la “D” maiuscola che potrebbe vedere riuniti tutti i “partitini” le “associazioncine” e i “movimentini” tutti i tentativi di unione falliscono miseramente perché c’è una insanabile contraddizione di partenza nel fatto che chi parla di unione lo fa spesso pensando che il suo punto di vista sia poi l’unico da seguire e che gli “altri” devono solo aderire.  Ridicoli ducetti malati di protagonismo adolescenziale cercano di attrarre a sé più persone possibili con ogni mezzo apparentemente onesto e condivisibile per poi improvvisamente giocare la carta dell’entrata nella scia del “partito di centro-destra” per ottenere anche loro il “posto sicuro” (ormai l’unico che può essere garantito, dopo la riforma del lavoro e la persistente crisi) e una parte del “fatturato” da spartire. A queste persone che “vendono” il loro movimento , i loro iscritti e, soprattutto, l’Idea che dovrebbero rappresentare e portare avanti, non sembra vero di aver trovato un bell’autobus dove poter montare affinché li riportassero nel loro nido naturale che è il parlamento, sede di ogni possibile parassitismo. Dopo discussioni di mesi, preparazioni, programmi, propositi, fiumi di parole, tempo, energia e soldi sprecati per dire all’elettorato di Destra : “noi siamo i puri, noi andiamo da soli “  piove dal cielo la dichiarazione di adesione allo schieramento del “centro-destra” che , è vero, in base alla sua visibilità mediatica in pochissimo tempo si impadronisce di tutto il palcoscenico facendoli sparire. Però l’accordo è ottenuto! Si , quello con partiti malconci e personalità decadute, ma il segretario si piazza e piazza i suoi capetti a destra e sinistra con qualche condimento di un paio di rappresentanti nelle partecipate e il giochetto è fatto con tanti saluti a chi ha creduto l’ennesima volta nella 'politica di Destra' o della terza via.

Di fronte a mille di questi episodi e trasformismi non è un caso che le fortune di Grillo e del suo Movimento ***** sono anche derivate da una presa di posizione netta contro i partiti e chi agisce con la loro logica.

In una situazione del genere credo che non si sia dato sufficientemente risalto alla grande rilevanza morale e significato della scelta di chi ha deciso di non candidarsi con nessuno, nonostante gli avrebbero fatto ponti d’oro. Solo con queste persone che sono e rimarranno “soldati politici” per portare avanti un Idea cambiare si può.

Cosa altro c’è da capire, accertare, valutare? Ma non sarà che invece di seguire sterili programmi politici bisogna costruire solidi progetti? Ma non sarà che la vera unione da cercare è sul cambiamento concreto del modo e del perché “fare politica” e non sullo scannarsi su chi deve essere il “duce” ? Quando intellettuali, politici, ex politici, teorici dell’area di Destra si mettono a capo di un nuovo “movimento” che vuole unificare la destra difficilmente se ne cava qualcosa di buono, se non fiumi di parole su cui si cavilla all’infinito inutilmente e si finisce per spararsi addosso fra galli che si massacrano per essere padroni del pollaio anche se si tratta di due galline.

Chissà se l’ennesimo e non ultimo fallimento di una utopica gestione dall’elettorato di Destra possa insegnare che questo modo (e soprattutto motivazione) di far politica ha fatto il suo tempo, che è arrivato il momento di elaborare proposte concrete su progettualità concrete ora e qui e non su pii desideri che si realizzeranno “quando avremo preso il potere”, cioè mai.

Il potere oggi è di chi con le sue scelte decide di cambiare.

Il potere oggi è di chi boicotta, rifiuta, coltiva, agisce, cammina e soprattutto sa essere umile nel tornare ad essere un “soldato politico” per la rivoluzione nazionale essendo fermo nelle sue scelte e nella sua voglia di cambiare.

Il potere oggi è di chi non segue nessun gatto e volpe ma decide anche assieme ai suoi simili che ce la può fare e ce la farà. 

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