giovedì 6 novembre 2014

LA TURCHIA DI ERDOGAN PREPARA LA “BOMBA ATOMICA” E IL MINISTRO DEGLI ESTERI DELL’UNIONE EUROPEA CHE DICE ?


Art camerata Marco Affatigato.


Qualche anno fa “vendevo” materiale fissile nucleare ed i miei “clienti” erano soprattutto tre paesi : Libia, Pakistan e India mentre il venditore , anzi i venditori erano soprattutto ex-militari della ex Unione Sovietica che , entrati in possesso, di quel materiale cercavano di tramutarlo di centinaia di migliaia di dollari americani. Il tutto, naturalmente , con l’accordo degli Stati di provenienza (Russia, Ucraina, Germania dell’Est e Polonia)…indiscrezioni che provengono dai “traders” di questo tipo di materiale … sentite un po’ qua ed un po’ la (e che a volte m’invitano a ri-cominciare questo tipo di attività) … mi dicono che la Turchia di Erdogan , neo fondamentalista islamica, filo Isis , anti al Assad e membro della Nato e alleata degli Usa , sta cercando di acquistare illegalmente questo tipo di “materiale” per prepara la la bomba atomica. Allora la domanda che mi pongo è la seguente : ma se queste “voci” giungono a me possibile che l’intelligence statunitense , israeliana ed nche quella europea non ne abbia conoscenza ? e , se ne ha conoscenza , perché non prendono posizione ? Perché l’Unione Europea , attraverso il suo ministro degli Esteri (che fra l’altro prima era ministro degli Esteri italiano) non prende posizione? Del resto queste “voci” che sono giunte fino a me non sono poi tanto talmente solo voci poiché è quanto confermato su “Die Welt” , un quotidiano tedesco, qualche giorno fa da Hans Rühle, che dal 1982 al 1988 è stato Direttore del Policy Planning Staff del Dipartimento della Difesa. Tayyip Erdogan, il presidente turco Fratello Musulmano, vuole portare la Turchia a non essere da meno nei confronti del Califfato Islamico e , soprattutto, dell’Iran?
La disputa sul programma nucleare iraniano e le provocazioni della Corea del Nord con i test di armi nucleari non sono episodi isolati, la Turchia sta lavorando su nuove armi nucleari. Il modello turco, a quanto pare, è quello iraniano. Teheran cerca di costruire armi nucleari attraverso la copertura di un programma nucleare civile. E la Turchia ha avviato un programma nucleare civile su larga scala negli ultimi anni. La ragione ufficiale: l’economia domestica stava crescendo e ha bisogno di più energia.
Nel 2011 è stata incaricata la società russa Rosatom Ankara, con una retribuzione di 15 miliardi di euro, di costruire un grande complesso sulla costa mediterranea, a circa 300 chilometri a est del centro turistico di Antalya. Due anni più tardi, è stato siglato un analogo accordo con un consorzio giapponese-francese per il prezzo di 17 miliardi. Quando le aziende costruiscono un reattore nucleare, di solito si stabilisce di operare per 60 anni, per fornire il necessario per il funzionamento di uranio. Esattamente quanto offerto nel caso della Turchia, sia da Rosatom che dal consorzio giapponese-francese. Peccato però che la Turchia, abbia rinunciato in entrambi i casi di fissare la fornitura di uranio e il ritiro del contratto di combustibile esaurito. Ha insistito al contrario, di regolare in seguito separatamente. La leadership turca vuole mantenere queste parti del programma nucleare nelle proprie mani. In primo luogo, ci sono le barre di combustibile. Non solo a Gorleben, in Bassa Sassonia, ma in tutto il mondo, lo smaltimento dei rifiuti nucleari è un problema. La Turchia non vuole invece rinunciare al combustibile esaurito. L’unica spiegazione logica per questo: prepararsi per la costruzione di una bomba al plutonio.
Secondo il servizio di intelligence federale tedesco, il Primo Ministro turco Erdogan aveva già organizzato nel 2010, segretamente, il nuovo piano nucleare. Secondo altri risultati di intelligence, la Turchia ha già un numero significativo di centrifughe. Da dove vengono, si può supporre: il Pakistan. Ma chi le ha fornite al Pakistan ? L’Italia ? Via triangolazioni che passano dagli Stati del Golfo ?
I turchi avevano un ruolo di primo piano nelle attività di Abdul Qadeer Khan, contrabbandiere nucleare pakistano che dotò tra 1987 e 2002 l’ Iran, Corea del Nord e Libia di migliaia di centrifughe di fabbricazione italiana . L’elettronica di tutte le attività pakistani proviene da partner turchi. Khan aveva anche temporaneamente l’intenzione di trasferire tutta la sua produzione (illegale) in Turchia. Nel 1998 venne offerto dall’allora primo ministro pakistano Nawaz Sharif ai turchi anche una “partnership nucleare” nella ricerca.
La Turchia era già stata aiutata nella costruzione di armi nucleari negli anni ’80 dal Pakistan.
AQ Khan ha poi offerto ai suoi clienti anche i modelli completi per la costruzione di armi nucleari.
Un’altra indicazione importante della catena è il programma missilistico turco. Dalla metà degli anni ’80 la Turchia ha sviluppato missili a corto raggio con una portata massima di 150 chilometri. Poi Erdogan nel dicembre 2011 ha investito per sviluppare missili a lungo raggio. Due mesi più tardi, la Turchia ha iniziato a quanto pare con lo sviluppo di un missile a medio raggio. Un tipo di missile con una gamma di 1500 km, già testato nel 2012. Un missile a medio raggio con 2500 km gamma dovrebbe essere pronto nel 2015.
Nell’agosto 2011, l’ambasciatore turco negli Stati Uniti, Namik Tan, ha dichiarato: “Non possiamo lasciare che l’Iran abbia armi nucleari.” Due anni più tardi, l’allora presidente turco Abdullah Gul ha chiarito questa posizione in un’intervista con la rivista “Foreign Affairs”: “La Turchia non permetterà ad paese vicino di avere tali armi, che la Turchia non ha.”
In un sondaggio condotto nel 2012, il 54 per cento dei 1500 intervistati turchi era a favore dello sviluppo di proprie armi nucleari.
Federica Mogherini , lei che ne pensa ?

 
 
 

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