mercoledì 5 novembre 2014

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA E DELLA SCUOLA NELL’EDUCAZIONE SOCIALE DEI NOSTRI FIGLI SONO STRETTAMENTE LEGATI

Camerata Marco Affatigato.


Da qualche hanno è partita da Bruxelles la campagna famigliofobica, una campagna politica contro i “parenti” , madre e padre, che subito i governi “progressisti” (ma di quale “progresso” si debba parlare mi domando ?) degli Stati membri dell’Unione Europea hanno adottato relegando il “padre” e la “madre” al rango di mostri della irragionevolezza sostituendoli con “genitore 1 “ e “genitore 2” , con la pretesa di rinchiudere la “famiglia” in un “modello unico” , ugualitario e dichiarando che la “altra forma” , quella tradizionale, quella del “padre” e della “madre” sarebbe una degenerazione nociva alla maturazione del figlio, del bambino o della bambina.
Ma questo “Cavallo di Troia” e di battaglia dei fautori del socialismo reale contro i “valori tradizionali” della società nasconde , nei loro gironi danteschi, tutta una serie azioni che colpiscono l’integrità della famiglia, i suoi valori che non sono solamente le fondamenta di un “nucleo” ma dell’intera società, della Nazione ma non dello Stato che , invece, questi si basa su “concezioni modellistiche” della politica e quindi modificabili. Ecco che la “politica” di chi governa fa intervenire le scuole, coi suoi insegnanti, diffusori di una strisciante ideologia di “Stato educatore”, attraverso l’ ABCD dell’uguaglianza, con il compito di indottrinare sistematicamente i giovani alla « ipocrisia » e alla « neolingua » dello Stato.
Contemporaneamente , nelle scuole, si tollera un abbigliamento improprio e la perdita del rispetto verso gli insegnanti , producendo così ogni giorno che passa più hooligans e più analfabetismo. Eppure un abbigliamento rispettoso verso l’istituzione scolastica nonché il rispetto degli insegnanti erano segno sia di egualitarismo e dignità innanzi all’istituzione che di rapporti gerarchi , fattori che garantivano fino ad oggi che ognuno fosse al “suo posto” e senza alcuna invidia apprendesse ciò che veniva stimato ottimo per lui o lei.
La sociologia ci insegna , in effetti, che affinché una persona (non un individuo) trovi il suo posto nella società necessiti di tre istanze di socializzazione :
1. La famiglia, per apprendergli i “valori generazionali” ;
2. La scuola, per insegnarli le regole civiche del paese;
3. Il “gruppo dei pari”, che propone all’adolescente un alternative allo “ordine stabilito” sviluppando così delle tendenze ribelli.
Questi “tre contro poteri” permettono non solo l’emergere di propri valori personali (non collettivi, anche se possono essere simili ad altri) ma anche dello “spirito critico” , che emerge e si confronta sin dall’infanzia. Ed è proprio a questo titolo che “la famiglia” ha un diritto di controllo sull’insegnamento che diffonde la scuola , che sia pubblica o privata.
Al contrario oggi si vuole sostituire la “scuola” alla “famiglia” nell’educazione dei figli quando invece sono complementari. Oggi si vuole creare , attraverso questo sistema, il “pensiero unico” .
Ecco il motivo principale per il quale è necessario difendere la famiglia.

 

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