mercoledì 1 ottobre 2014

NON E’ L’ISLAM IL NOSTRO NEMICO MA UN CERTO TIPO DELLA SUA LETTURA


Art camerata Marco Affatigato.

Conoscere e identificare il nostro nemico è necessario per difenderci.

La Crisi è ovunque e non è più solamente economica. Di ciò che sta accadendo nel Mondo sono rimasto colpito, più che da ogni altra cosa, dalla nascita e dalla prorompente ascesa del nuovo Califfato, neofondato dal califfo Abū Bakr al-Baghdādī – (foto1), fratello musulmano staccatosi da al-Qaeda per diffondere la visione della parola di Dio, così come descritta nei testi di Qutb – (foto 2) , indiscusso leader teologico dei “Fratelli Musulmani”, impiccato dal presidente egiziano Nasser (anch’egli fratello musulmano asceso al potere attraverso un colpo di Stato, ma questa è un’altra storia della quale potremmo in seguito parlarne se vorrete e se trovassi qualche editore interessato a pubblicare il mio saggio sui “Fratelli Musulmani”) nel 1966.
I fatti dicono che i jihadisti del Califfatto in pochi mesi ha preso il controllo di vastissime aree dello stato Siriano ed Iracheno (anche grazie ad un accordo politico-militare con al-Assad che prevedeva l’astenersi da azioni in Siria contro i militari dell’esercito siriano), creando roccaforti dove ogni aspetto della vita è governato e regolamentato secondo la interpretazione fondamentalista del Corano: la shariah .
Il Califfato è una realtà che non si può e non si deve ignorare e quindi giudicare i jihadisti come l’ennesima banda di “terroristi” islamici è altrettanto sbagliato . I fatti ci arrivano chiari e puliti, così come vengono eseguiti, dai loro mezzi di informazione, primo fra tutti il canale televisivo di Al Jazeera. Attraverso quei canali sappiamo dove e come hanno attaccato, come gestiscono le loro conquiste ed anche da chi e come siano organizzati militarmente e , purtroppo, veniamo a conoscenza degli assassini perpetuati di occidentali secondo il rituale islamico destinato ai miscredenti: il taglio della testa. Ma per causa del nostro modo di pensare, occidentale, non abbiamo idea di chi veramente siano. Solamente una cosa ci è ben chiara, poiché la gridano attraverso tutti i mezzi disponibili: la legge coranica in tutto il Mondo …Allah Akbar !
Bene, questo è quello che succede.
Ma l’interesse vero risiede in due punti di analisi:
- il primo è perché la reazione dell’Islam è stata ed è così violenta, così repressiva nei confronti dei miscredenti e soprattutto così vastamente appoggiata dai musulmani in tutto il mondo, che aiutano economicamente e fisicamente raggiungono il nuovo Califfato;
- il secondo è cosa c’è scritto nel Corano: quale mai sarà questo messaggio che spinge milioni di persone ad una disciplina ferrea, una fede incrollabile e spesso un “credo” che noi occidentali definiamo “fanatismo” d’epoca medioevale ? Quale è la vera forza di questa religione, che ci è sorella in quanto entrambe nate dalla stessa madre ebraica ( la Bibbia) ? Quale è quella forza che ha già dimostrato nella storia di poter fare di nomadi un impero che ha fatto tremare l’Europa e che ha dominato intellettualmente e culturalmente il mondo per centinaia di anni e dalla quale abbiamo appreso e trattenuto molto per le nostre arti, scienze e matematiche ?
Il Medioriente ha subito in questi ultimi anni un attacco non solo militare ed economico, bensì culturale, inteso a spazzare via uno stile di vita millenario e sostituirlo con questo capitalismo/consumismo forgiato dagli americani negli ultimi 50 anni ed oggi imposto al Mondo dall’altrettanto califfo statunitense Barack Hussein Obama ; i cambiamenti sociali forzati e instaurati nella grandi città e in tutti i territori raggiungibili che sono seguiti all’avanzata delle truppe statunitensi (con gli alleati al seguito, compreso l’Italia ) ha scombussolato un orologio ben calibrato come era quello della cultura islamica, costruita su di un derivato della Bibbia qual’è il Corano e su infinite generazioni di Fratelli legati da una fede più forte e concreta di qualsiasi altra si possa sperimentare oggigiorno.
Il nostro ruolo come Occidente sotto il giogo statunitense, dalla fine della II Guerra Mondiale, in questi ultimi trent’anni è stato ed è tutt’oggi francamente insopportabile e molesto. La nostra fame di energia, abilmente mascherata da desiderio di civilizzazione, ci ha portati in casa altrui – che sia in Medioriente e in Africa - con una virulenza devastante, proiettando idee e comportamenti che non dovevano e non possono attecchire in una comunità, come quella islamica e tribale , la quale per concetto ed istruzione aborrisce l’eccesso di libertà e di costumi che ci siamo noi, giustamente, concessi chiamandolo “progresso”.
Ma se dovessimo e volessimo perdere solamente qualche minuto a riflettere la prima domanda seria che dovremmo porci dovrebbe essere questa: siamo noi ad aver attaccato loro (la loro cultura, le loro regole che sono un tutt’uno con la loro religione) o sono loro ad avere attaccato noi (la nostra cultura, le nostre regole e le nostre religioni) ?
Una domanda che, evidentemente, ci è più facile evitare poiché la risposta è lampante: siamo andati noi a violentare le loro case, le loro regole e quella che è la loro religione-Stato.
L’ipocrisia con la quale abbiamo invaso ed anche governato attraverso “governi fantoccio” questi popoli, cercando di cambiarli ed adattarli ai nostri personali ritmi economici ha del vergognoso; spesso dimentichiamo come la cultura araba abbia avuto i suoi momenti di fulgido splendore, di quanto fiero e orgoglioso possa essere un popolo che rammenta d’esser stato un impero senza pari, di come agli occhi di un disciplinato e fedele fratello musulmano noi, noi occidentali , possiamo apparire rozzi e animaleschi.
Prima abbiamo comprato la dignità e fiducia dei governati di quelle terre con soldi sporchissimi, per ottenere ciò che li poteva servirci. Poi nel momento in cui la nostra stessa corruzione ha insudiciato, ottenebrato e ammattito quegli stessi governati portandoli ad oscenità del tutto comprensibili, ammantati della nostra puritana indignazione per dei diritti umani che abbiamo scelto per noi stessi ma non per gli altri ci siamo presentati senza invito in casa altrui: prima col pretesto del liberatore e poi con guerre e stermini i cui morti non si contano più per pigrizia.
Se in tutta quella terra ci fosse stato anche solo un essere umano dotato di un poco di orgoglio si sarebbe strappato i capelli a avrebbe pianto le sue lacrime prima di cercare vendetta. Purtroppo di uomini così l’Arabia è piena (come tutto il resto del mondo) e questi uomini hanno deciso di combatterci, di combattere l’invasore, di combattere il miscredente.
La loro millenaria cultura si riassume in un solo grande libro il Corano, che è legge che è Stato e li hanno cercato rifugio.
La reazione jihadista nasce solo in questa che è una situazione estrema. Questa situazione che noi stessi occidentali abbiamo creato (anche attraverso l’erogazione di somme strabilianti di denaro e con aiuti militari di istruttori ed armamenti) e di cui adesso ci stupiamo, anzi peggio ci ritraiamo con disprezzo e paura, arretrando sulle nostre più comode e facili posizioni di cultura civilizzata e umana, quando di umano e civilizzato abbiamo conservato solo le parole. E forse neanche quelle, talmente siamo divenuti individualisti ed asettici su ciò che quotidianamente avviene intorno a noi: l’autodistruzione, l’immoralità , la a-cultura che ci stiamo dando attraverso il culto del profitto e del denaro, il “vitello d’oro”.
Ma cosa dice il Corano? Quale messaggio è nascosto in questo libro che, al pari della Bibbia e del Vangelo, ognuno che si permette di dare un giudizio dovrebbe prima aver letto?
Il Corano di per se è una raccolta degli insegnamenti, dei dettami e delle regole che il profeta Maometto ha trasmesso a voce (essendo egli analfabeta) e che i suoi fedelissimi hanno trascritto dopo la sua morte. Probabilmente è uno dei più eleganti prodotti della letteratura araba che raccoglie in se sia la trascendenza propria delle visioni di un profeta, sia i suoi giudizi terreni, i suoi consigli e le sue direttive su come deve vivere e morire un Musulmano.
Islam significa “pace”, e Musulmano significa “colui che ha fatto pace con Dio”, rammentando che si parla dello stesso Dio degli Ebrei, Jhwh e dei Cristiani, Jehovah, che loro chiamano Allah ( ma ogni tentativo di dare un nome proprio a Dio Padre è praticamente un grave errore poiché significa tentare di possedere Dio mentre è l'essere umano, secondo la logica biblica dalla quale nasce sia il cristianesimo che l’islam , ad essere nelle mani di Dio).
Questo libro era l’unica cultura che un popolo nomade, fatto di tribù di origine semitica che abitavano l’Arabia, avesse mai avuto e si legava, e tutt’ora si lega, indissolubilmente con l’anima del credente, guidandolo e consolandolo. Non bisogna fare l’errore di paragonare la visione dell’uomo e il concetto di vita nostro con il loro, sono semplicemente diversi.
In me scatena una profonda curiosità capire come mai un libro che predica certamente la conversione dei “non credenti”, ma che assolutamente non afferma di doverli punire in alcun modo, abbia portato ad estremismi veri e concreti più oggi che prima dell’anno mille.
Dopo l’ottavo secolo l’impero islamico si stava forgiando, conquistando i vasti territori dell’Impero bizantino e risalendo l’Europa dalla Spagna; fermati a Poitiers da Carlo Martello e dai suoi franchi, i musulmani non hanno per un soffio dominato l’Europa intera (ci riproveranno sotto il dominio Ottomano, ma li fermeremo nuovamente a Vienna). Dove hanno governato hanno portato una cultura di modernizzazione che altrimenti il nostro continente non avrebbe visto per centinaia di anni e sulla quale oggi costruiamo il nostro futuro.
Ma allora perché oggi l’Islam è così violento e intollerante?
Oltre alle ragioni di prima citate, come ogni grande uomo con un grande messaggio, anche Maometto è stato travisato e portato all’eccesso dal solito invasato, forse genio, ma ottenebrato dallo stesso peso del suo intelletto: Al-Ghazali – (foto 3).
Conosciuto da noi col nome di Algazel è stato un teologo persiano, che visse e scrisse cent’anni prima della conquista da parte di mongoli di Baghdad, avvenimento che segna il declino della civiltà Islamica e che porterà il popolo musulmano nelle mani più violente e aggressive degli Ottomani. Algazel è stato uno dei primi e dei principali scrittori che hanno interessato gli studiosi europei, la sua vastissima opera ha toccato moltissimi ambiti, ma il suo principale interesse fu la restaurazione degli insegnamenti del Corano e se dovessimo fare un paragone lo possiamo definire il corrispettivo di San Tommaso d’Aquino per il mondo arabo, con la differenza che egli si prodigò in una estrema lotta contro i filosofi, sia classici ( Aristotele e Platone) sia i suoi contemporanei arabi (come ad esempio Avicenna e Al-Farabi) per restaurare una più letterale e sufista visione del credo (il sufismo è una pratica mistica di ricerca interiore tipica dell’Islam).
Quest’uomo, Algazel, ha riscritto il modo di leggere ed insegnare il Corano, oscurando le brillanti scoperte e progressi che avevano illuminato il percorso dell’Islam nei secoli precedenti. Non dimentichiamo che ciò che noi siamo oggi, intellettualmente parlando, lo dobbiamo a questo popolo dal quale abbiamo appreso la numerologia, lo zero, l’Algebra, la geometria, l’astrologia e finanche l’alfabeto trasformandolo, il calendario, la misurazione del tempo, la scrittura, la pittura raffigurativa…ecc. non stiamo parlando di una cultura di barbari, bensì di una comunità élitaria che ha guidato intellettualmente il mondo e, come per molte altre, compresa la nostra, è stata deragliata da un pensiero oscuro e oscurantista, quello di Algazel che ha asserito che la matematica è il linguaggio del demonio. Così l’Islam l’ha abbandonata, così l’Islam ha chiuso i ponti con le maggiori scuole filosofiche, le ha rifiutate e combattute.
Tutto questo l’ho scritto perché ho il profondo desiderio che si osservi e giudichi ciò che avviene oggi sotto molti punti di vista e non semplicemente come qualcosa di estraneo a noi, che succede in una terra lontana, animato da selvaggi e barbari. E’ tutto tranne che questo !
Permetterci di apprezzare appieno una cultura così ricca e così indebolita dagli oscurantisti neo-fondamentalisti islamici dei “Fratelli Musulmani” può essere un fondamentale aiuto nel nostro personale percorso di soccorso della nostra decadente civiltà ma anche nella sua difesa dall’Islam oscurantista.
E’ vero ! Oggi dobbiamo difenderci dalla loro reazione al nostro ingiustificabile attacco ma , se veramente vogliamo dimostrarci ed essere diversi dai jihadisti , dobbiamo anche avere l’umiltà di considerare con la giusta ottica e con la coscienza che esistono islamici che sono altrettanto perseguiti come “miscredenti” da questi neo-fondamentalisti guidati dai teologi della “Fratellanza Musulmana” e che la loro forza religiosa può e deve essere nostra alleata.


 

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