mercoledì 1 ottobre 2014

COERENZA E LUCIDITA’ A QUANDO ?


Art. camerata Marco Affatigato.

E’ una guerra dichiarata quella che gli Usa hanno annunciato all’esercito del Califfato di Siria e Iraq, ma che non vogliono però combattere sul terreno e realmente vincere. Come giudicare, allora, una tale improbabile e confusa strategia, di cui Obama va persino fiero? La stampa italiana, pur con alcune cautele e qualche eccezione, ha chiarito molto bene quale livello di ridicolo e di inefficacia ha raggiunto la capacità di risposta del mondo occidentale (Stati Uniti ed Europa) alle minacce, concrete e violente, dei jihadisti dell’Isis: li si combatte stando a casa propria, tutt’al più si finanzia e si arma qualche migliaio di curdi, peshmerga. Inoltre, cosa mai fatta prima, l’azione portata contro l’Isis permette agli Occidentali di “entrare militarmente” in Siria, con l’assenso o no di Al Assad e , potenzialmente, estenderla anche contro di lui sostenendo con i bombardamenti anche le forze anti-Assad.
In questa “coalizione” gli USA, secondo Obama, hanno l’appoggio di ben 40 Paesi, ma non si capisce bene quale compito essi svolgeranno. E’ evidente che se in primis gli americani non imbracceranno i fucili sul terreno (per ora sembra che in Siria a combattere l’Isis e l’esercito siriano vi siano solo alcune centinaia di uomini dei corpi d'élite statunitensi ), non lo faranno nemmeno gli alleati; e, d’altra parte, se l’opzione militare rimane quella del solo bombardamento dall’alto, non si comprende quale maggiore capacità offensiva potranno mai dare gli altri Paesi poiché per distruggere le infrastrutture bastano e avanzano le Fortezze volanti americane, in una strategia (come già applicata in Afghanistan contro i “talebani” e si è visto il risultato ottenuto) che però non basta a sradicare il Califfato da quelle terre e per di più è causa di molte vittime innocenti tra i civili di cui nessuno parla.
Quello che appare francamente incomprensibile è la mancanza di coerenza e di lucidità dell’intero mondo occidentale, rispetto alla minaccia globale che stiamo vivendo.
Tutti d’accordo nel giudicare l’Isis una ben più grave, violenta e capillare evoluzione del neo-fondamentalismo islamico rispetto ad Al-Qaeda, da cui nasce come costola e da cui viene espulsa proprio per ciò che la caratterizza: non fa prigionieri nemmeno tra i musulmani che hanno una interpretazione diversa del Corano e li considera nemici alla stregua dei “miscredenti” occidentali.
Malgrado ciò, da questa analisi non ne discende la logica conseguenza che invece direbbe che bisogna combattere l’Isis con maggior determinazione, con maggiori uomini, mezzi e intelligence rispetto a quanto messo in campo contro Al-Qaeda. Per svegliarsi da questo torpore, da questa malcelata vigliaccheria di avere il terrore di pagare un prezzo in vite umane tra i propri soldati, cosa bisogna aspettare: che l’Isis realizzi un nuovo 11 settembre? Lo ha già promesso, e lo farà certamente appena ne avrà l’opportunità. E lo farà in Europa, forse in Italia dove possono essere già migliaia i jihadisti in sonno che aspettano solamente di essere autorizzati dal Califfo a gridare “Allah akbar ” .
Se non si comprende che Al-Qaeda sta all’Isis come il paleolitico sta all’era moderna, allora non si capisce che tipo di trasformazione rapidissima ha avuto il jihadismo propagato dai “Fratelli Musulmani” . Abbandonate le grotte talebane per fare la jihad nelle città, abbandonati i videoregistratori con le cassette di Osāma bin Lāden per passare alla trasmissione dei proclami via etere, attraverso internet , i canali satellitari e con una rete televisiva mondiale come al-Jazeera il Califfato di Abu Bakr al Baghdadi costituisce l’evoluzione 2.0 di un Islam che, con l’aiuto dei convertiti che escono dalle università occidentali, usa le armi della modernità per raggiungere l’antico e mitico traguardo di conquista religiosa e territoriale: il Califfato universale. I nuovi jihadisti dell’Isis con altrettanta facilità maneggiano il coltello per sgozzare e il mouse per conquistare; producono video e giornali; incassano soldi dalla vendita clandestina del petrolio siriano e iracheno (secondo fonti d’intelligence occidentale, l’Isis controlla ad oggi 60 pozzi ed incassa da 3 a 6 milioni di dollari al giorno vendendolo agli ….occidentali dai quali , a loro volta, acquistano armi per combaterli); fanno campagne di reclutamento sul web attraverso propri siti collegati ai “Fratelli Musulmani” e anche su Facebook; il Qatar , uno Stato che si ha paura a definire “canaglia” poiché è già proprietario di diversi settori economici nei paesi occidentali, attraverso il finanziamento per la creazione di sale di culto e moschee in Occidente finanzia anche “quinte colonne” nei Paesi occidentali; e sul terreno , come in Siria e come in Libia , sono poi gli “istruttori militari occidentali” (americani, inglesi e addirittura israeliani http://www.wallstreetitalia.com/article/1701730/geopolitica/iraq-report-shock-americani-hanno-addestrato-jihadisti-ribelli-dell-isis.aspx ) ad addestrare i jihadisti all’uso delle armi e delle tecniche militari certamente per combattere al-Assad e Gheddafi ma che poi vanno a raggiungere quelle milizie jihadiste che hanno prestato giuramento al Califfo oppure ritornano nel continente europeo per proseguire la jihad contro “satana” nelle strade delle città europee (come già accaduto a Madrid, Londra, Bruxelles). E’ così forte la capacità attrattiva che viene dal Califfato islamico di un mondo rinnovato e purificato nel sangue degli infedeli, che in pochi mesi il numero dei combattenti dell'Isis, come ha rivelato la stessa Cia, è arrivato da 10 a 30mila jihadisti, dei quali gli europei sono già 5mila.
Tutto ciò, come verrà fermato? Come verranno impediti altri sgozzamenti e crocifissioni? Come si impedirà la continua strage di bambini, la schiavizzazione delle donne, il genocidio di popolazioni cristiane, la distruzione sistematica dei luoghi di culto non islamici? Come impediremo agli islamisti di portare la sharia in Europa?
Non certo con le risposte indignate di Obama, di David Cameron o François Hollande davanti alle immagini raccapriccianti degli sgozzamenti dei loro cittadini. A questi leader andrebbe invece ricordato il celebre detto latino: Si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace, prepara la guerra.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.