sabato 11 ottobre 2014

E IL MOMENTO DI FARE I CONTI CON LA REALTA’

 
 
 
Art. Camerata Marco Affatigato.

Secondo voi è una “violenza”, è un “non politicamente corretto” , è un “non islamicamente corretto” domandare ai musulmani di dissociarsi pubblicamente e con atti concreti dai jihadisti ?
La domanda per me non è di difficile risposta. Non è affatto una “violenza” ! Anche se , ed è bene saperlo, il Corano autorizza il musulmano a mentire al “miscredente” pur di ottenere la vittoria della fede.
Qualunque persona normale (anche quelli “politicamente corretti” e gli altri “islamicamente corretti”) capisce che :
- se il più aggressivo movimento jihadista del momento si chiama Isis (e le prime due lettere significano Islamic State, che naturalmente è una traduzione dall’arabo, ma in arabo il senso è lo stesso: الدولة الإسلامية, al-Dawla al-Islāmiyya);
- se l'organizzazione teologica madre di questi jihadisti (com’era madre di Al-Qaeda ed ancor prima di essa di altri suoi “bracci armati” ) si chiama Fratellanza Musulmana;
- se gli abbozzi di Stato dei jihadisti della Fratellanza Musulmana il nome di Califfato (da al Khalifa, il successore, beninteso di Maometto);
- se sulle loro bandiere è scritta la dichiarazione di fede islamica;
- se vanno all'attacco, a Kobani come a Mosul come in Sudan o in Nigeria, gridando “Allah Akbar” (Allah è grande);
- se c'è una cintura di fuoco e di guerre tutto intorno al mondo islamico: dalla Cina al Caucaso, da Bali ai Balcani, dalla Libia allo Yemen;
- se poi ci aggiungiamo anche che in nome dell'Islam sono stati compiuti i più sanguinosi attentati e si stanno compiendo i più orrendi assassinii e genocidi che hanno funestato la nostra epoca occidentale;
- se poi aggiungiamo a tutto ciò che diverse migliaia di jihadisti che vanno a cercare il martirio provengono dal mondo occidentale e che sono gli Imam, capi religiosi di molte comunità islamiche che la nostra pur prudentissima , in questo campo ( ma immediatamente all’erta ad arrestare il primo fascista che gli si presenta anche per un solo saluto romano), magistratura giustifica come teologhi anziché incriminarli come propagandisti e reclutatori della jihad,
forse il sospetto anche politicamente e islamicamente corretto che l’Islam, così come viene teologizzato da molti Imam nelle Moschee, c'entri qualcosa… forse non è campato in aria.
Ma invece “qualcuno dice”, e fra questi “qualcuno” ci troviamo il primo presidente degli Stati Uniti d’America musulmano e giornalisti, malgrado che loro colleghi e umanitari occidentali vengano rapiti, trattenuti in cattività e poi – come in molti ormai casi – anche assassinati, e sostiene con incrollabile convinzione che non è l'Islam ma un “mostro” che in qualche modo gli si è sostituito, dimenticando che l'Islam si è sempre comportato in questa maniera, da quando Maometto decise lo sterminio di tutti i miscredenti, dopo averli assediati e sconfitti nell'oasi di Kheibar.
Purtroppo la Storia ci insegna che la violenza e l'intolleranza islamica non sono un'invenzione recente, accompagnano tutta la sua storia, i rapporti con i cristiani come quelli con gli ebrei, gli induisti e i loro stessi compagni di fede ritenuti eretici.
Allora ce n'è abbastanza perché un islamico possa almeno sentirsi domandare, senza tanti rigiri del politicamente e islamicamente corretto, se lui è d'accordo con gli assassinii e le stragi e i genocidi commessi in nome di Allah e se c'entra qualcosa.
Come per le stragi di Pol Pot, per non parlare di quelle di Stalin e di Mao e di quelle di Castro e Che Guevara delle quali oggi ancora è difficile parlare, ce n'era abbastanza per chiedere ai comunisti nostrani (quelli ch’erano e sono nelle segreterie del partito e gli intellettuali di turno) se davvero questi che hanno e continuano a definire “grandi leader” ed i loro assassinii e genocidi “il prezzo della rivoluzione”, non risultino essere invece esempi di perversione individuale, folli e criminali al comando di regimi comunisti con qualcosa di marcio nella loro ideologia? Non mi risulta, purtroppo, che molti l'abbiano fatto, nè a voce alta né sottovoce (almeno per avere la scusa di averlo detto senza però che lo sentissero).
Dunque la domanda dalla quale sono partito e che è forse meglio ripetere << Secondo voi è una “violenza”, è un “non politicamente corretto” , è un “non islamicamente corretto” domandare ai musulmani di dissociarsi pubblicamente e con atti concreti dai jihadisti ? >> è sciocca ?
L'islamofobia, cioè il timore per i pericoli dell'Islam, che le loro organizzazioni vorrebbero far considerare come un reato, non è certo razzismo, dato che riguarda un'ideologia, una forma di vita, che è ben più di una religione e che non si identifica con nessuna etnia. Il problema che pone questa mia domanda-riflessione è che essa non è destinata a quei musulmani, persone di fede islamica innocenti e anzi meritorie o anche solo desiderose di vivere in pace facendosi gli affari loro che , per fortuna, non mancano e probabilmente sono in maggioranza, ma che sono comunque chiamati a giustificarsi, di fronte alla diffidenza generale, delle gesta dei jihadisti che fanno stragi ed assassinano in nome di Allah. Il problema che pone questa mia domanda-riflessione è che essa è destinata ai rappresentanti delle organizzazioni musulmane e agli Imam.
Dal mio punto di vista, quindi, no ! non è sciocco chiedere ai rappresentanti delle organizzazioni musulmane, chiedere agli Imam che teologizzano l’Islam nelle Moschee di pubblicamente e con atti concreti condannare i jihadisti …non è sciocco ! E’ perfettamente ragionevole fare i conti con la realtà.


 

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