lunedì 15 dicembre 2014

LA POLITICA NON E’ PIU’ METTERSI AL SERVIZIO DELLA SOCIETA’, DEI CITTADINI…LA POLITICA E’ UN MEZZO PER RAGGIUNGERE IL POTERE, LA POSIZIONE, IL DENARO

Art camerata Marco Affatigato.

Le “idee” manifestate non sono più dei convincimenti personali ma delle “carte variabili” per posizionarsi nella società consumistica.
Già ci sono state due simulacri di elezioni parziali nel nostro Paese e , probabilmente, prossimamente ci saranno delle “elezioni nazionali”, ma chi sono coloro che si preparano per presentarsi al vaglio dell’elettorato , cioè dei cittadini?
Le segreterie dei partiti già rodano i motori attraverso un altro simulacro di “elezioni” : le primarie. Un tipo di “elezioni” riprese dal sistema americano (ed anche in questo caso , sistema ripreso all’italiana) in cui non è tanto importante avere la tessera, essere iscritti al partito o movimento ch’esso sia, per esprimere il proprio voto, è infatti sufficiente “versare l’obolo” (uno o due euro) . Chiunque può “votare” per questo o quel candidato che si presenta alle “primarie”, anche colui che non è membro di quel partito o movimento . Che senso ha , quindi ?
Poco sopra scrivevo “primarie all’italiana” . Un sistema ripreso dal costume politico americano ma che è stato poi , in Italia, modificato: in Usa vota l’iscritto , in Italia vota chi paga per votare.
Il potere del denaro.
Partendo da questo contesto, con il quale vengono falsati anche i risultati di una “votazione interna” , la politica non è altro più che un “gioco” dove l’obiettivo è il potere. Le idée manifestate non sono più i propri convincimenti ma delle carte variabili per l’ottenimento di qualcosa. Quello che propongono, quello che proclamano di servire , quello che promettono non è legato che strettamente alla partita che stanno giocando per poterla vincere è raggiungere il potere. Non a idee , non a valori …sono solamente attitudini temporanee per ottenere il voto. Quel voto che unito a tanti altri gli darà il potere di raggiungere la posizione dominante sociale: il denaro.
Il mondo politico parlamentare italiano offre oggi un immagine un pò disperata. Il declino è la sola evidenza. Un declino che ormai da troppo tempo imperversa sulla politica, quest’ultima intesa nel senso nobile e storico del suo termine. L’alternanza tra l’ideologia assurda ed obsoleta della sinistra e l’ impotenza degli assetati di «potere» a destra la condannano ad una lunga discesa nel suo “peso” non solo europeo ma internazionale. E così i problemi quotidiani degli italiani si aggravano continuamente : la disoccupazione, gli alloggi, la povertà. E’ lo spossessamento del popolo a decidere lasciando che le decisioni che lo riguardano vengano imposte da una “entità” esterna al Paese: la Commissione Europea.
Allora e detto ciò tre soluzioni mi appaiono imporsi se si vuole raggiungere un cambiamento di rotta :
- la prima , contestare il sistema elettorale, Italicum, così come concordato fra Renzi e Berlusconi . Un sistema elettorale che impedisce al cittadino di scegliere il proprio rappresentante (il voto di preferenza) ma che l’obbliga a rimettersi alla scelta della segreteria che presenta la “lista” dei candidati alle elezioni;
- la seconda, ridurre considerevolmente i “luoghi di potere” e il numero degli eletti non solamente per “risparmio di spesa” (riduzione della spesa pubblica), ma soprattutto per rendere più chiari i rapporti fra i cittadini ed i loro rappresentanti eletti;
- la terza, dare (cosa che non è mai stata fatta) la possibilità ai cittadini di effettuare “referendum propositivi d’iniziativa popolare” e ri-dare la possibilità ai cittadini elettori di proporre referendum abrogativi, portando il quorum di firme da raccogliere non su quota fissa ma bensì basandolo non tanto sulla percentuale dell’elettorato attivo ma bensì sulla percentuale del numero reale dei votanti partecipanti alle ultime elezioni.
Questo può essere il modo di correggere le derive del “potere del denaro” nella politica.

 

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