venerdì 3 gennaio 2014

Sul Finanziamento ai partiti la Corte dei conti conferma 20 anni di furti di denaro e democrazia.



Una truffa continuata con destrezza ai danni del popolo italiano e della Costituzione, organizzata dai partiti attraverso il Parlamento.
E’ questo in sostanza quanto accertato dal Procuratore della Corte dei Conti De Dominicis, che ha sollevato questione di costituzionalita’ delle leggi che dal 1994  hanno eluso e manipolato i risultati del referendum radicale del 1993.
Quella che sino ad oggi era un’accusa politica diventa finalmente -seppure con venti anni di ritardo- una sacrosanta accusa giuridica nei confronti della partitocrazia italiana.
Che sia emersa all’interno del procedimento nei confronti dell’ex tesoriere della Margherita, poi, mi rafforza nella convinzione che espressi all’epoca, ovvero che “Lusi e Belsito non sono mele marce ma il prodotto di un sistema criminogeno che ha falsato per decenni il gioco democratico”.
Il Procuratore De DOminicis, infatti, e’ il primo uomo delle istituzioni a mia memoria che riconosca quanto il finanziamento ai partiti sia servito ad alterare la competizione politica garantendo rendite di posizione ad alcuni partiti e danneggiando chi non ne godeva.
Acquisiremo gli atti della Corte dei conti per arricchire il dossier che nelle prossime settimane presenteremo al Comitato diritti umani dell’Onu per la violazione da parte dello Stato italiano dei diritti civili e politici cittadini, determinatasi da ultimo in occasione della raccolta firme anche sul referendum per abolire il finanziamento pubblico dei partiti che questa estate e’ stato sabotato da istituzioni e forze politiche.

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