venerdì 5 aprile 2013

Dalla scuola per camerati Il Corvo.


HO EVITATO LA GUERRA MA PER QUANTO? SEI MESI, UN ANNO…”L'annessione dell 'Austria fallita nel '34 riuscì quattro anni dopo: «É tardi per fermarlo»

Nel luglio 1934 Adolfo Hitler, dopo avere fatto uccidere dai suoi scherani il cancelliere Dolfuss, aveva tentato di annettere l'Austria (l'Anschluss). Il colpo di mano nazista era tuttavia fallito perché Mussolini mentre Francia e Inghilterra stavano a guardare aveva impedito l'invasione schierando tre divisioni al Brennero e minacciando l'intervento. La reazione risoluta del Duce, subito ribattezzato "il protettore dell'Austria", fu applaudita dall'Europa intera. Ma nel marzo del 1938, approfittando della nuova situazione che si era venuta a creare, Hitler ripetè il tentativo. Mussolini non intervenne e l'Austria venne incorporata nel Terzo Reich senza colpo ferire. Nei suoi quaderni Edda racconta come Mussolini commentò quell'episodio. «Papà era infuriato. Ora - mi disse - i francesi e gli inglesi capiranno che avevo ragione quando nel '34 volevo por fine al nazismo. Ma a Hitler non basta l'Austria: sarà contento solo quando riuscirà a scatenare una guerra che ci coinvolgerà tutti. Oggi però è troppo tardi per fermarlo. Hitler è forte: soltanto un'alleanza tra Francia, Inghilterra e Italia potrebbe riportarlo alla ragione, ma inglesi e francesi sono sordi e si prestano al gioco del Fuhrer rifiutando di continuo la nostra alleanza. La Francia preferisce continuare ad aiutare i rossi in Spagna dove noi ci siamo dentro fino al collo e, nel contempo, mi chiedono di fermare Hitler. Che si arrangino! Nel '34 mi hanno fatto fare la figura del burattino, ora che facciano loro i burattini. Sono quattro anni che cerco di convincerli, ma loro non mi ascoltano. A volte penso che siano proprio loro a volere la guerra. Gli inglesi hanno la Manica che li protegge, i francesi hanno la Maginot che ritengono inespugnabile e quindi si sentono al sicuro. Ma si sbagliano. Ho cercato di aprirgli gli occhi, ma purtroppo non c'è più sordo di chi non vuoi sentire. Ho perduto ogni fiducia in loro e noi finiremo con i tedeschi perché forzati dal loro egoismo. Hitler diventerà insaziabile e nessuno potrà più fermarlo” Mussolini aveva ragione: Hitler stava diventando per davvero insaziabile. Dopo aver fagocitato l'Austria, mise sul tavolo la questione cecoslovacca che fu poi risolta a suo favore al convegno di Monaco del settembre del 1938 nel corso del quale, sotto la regia di Mussolini, Francia e Inghilterra, dimostrando tutta la loro debolezza, "per salvare la pace', assecondarono le pretese del Fuhrer che potè così impadronirsi anche della Cecoslovacchia. Per Mussolini il convegno di Monaco fu un trionfo e venne infatti applaudito da tutto il mondo come "il salvatore della pace", ma, a sentire Edda, lui non era affatto soddisfatto di quel successo. Ecco cosa racconta: «In famiglia non si parlava mai di politica. Era una regola suo ritorno trionfale da Monaco, tutti ci congratulammo con papà, ma lui ci gelò con questa frase: A Monaco abbiamo tutti perduto la pace. Più tardi, passeggiando con me sulla spiaggia, ritornò sull'argomento: lo sono stato il principale interprete di Monaco, ma questo non mi rallegra. Sono contento di avere evitato la guerra, ma per quanto? Sei mesi, un anno, forse due... Hitler ha potuto constatare di persona quanto siano ipocrite le potenze occidentali e quanto siano generose quando cedono ciò che non è loro. Pensa, gli hanno ceduto la Cecoslovacchia senza neppure consultare il governo di quel Paèsel». Un anno dopo Hitler tornava nuovamente alla carica. Questa volta reclamava Danzica, città polacca abitata da una forte minoranza tedesca. «Nel marzo del 1939 - racconta Edda - papà mi invitò alla solita passeggiata sulla spiaggia. Faceva un freddo polare. Il prossimo obiettivo di Hitler sarà la Polonia, mi disse, e ho deciso di mandare Galeazzo a Varsavia. Tu andrai con lui. Dovete far capire ai polacchi che Hitler non sta scherzando perché è convinto che le potenze occidentali non interverranno neppure questa volta. Invece mi risulta che stanno proprio aspettando che Hitler attacchi la Polonia per scatenare la guerra. Fate dunque capire ai polacchi che è meglio perdere un dito oggi (Danzica) che tutto il braccio domani...».
Al ritorno dalla Polonia, Edda riferì al padre le impressioni ricevute: «Gli racconto della cordialità dei polacchi, ma anche della loro testardaggine. Sono tutti antitedeschi come Galeazzo e si sentono foltissimi. Dicono che se Hitler li attacca sarà la loro cavalleria a sfilare nell' Unter der linden di Berlino! Ma sono anche convinti che Hitler non li attaccherà. Pensano che stia bluffando, dicono che la Polonia non è la Cecoslovacchia e io mi chiedo se siano degli ingenui o degli incoscienti alla mercé dell'Inghilterra e della Francia. Papà mi rispose: L'uno e l'altro».

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