lunedì 6 gennaio 2014

Blitz di Casapound che porta il carbone alla Fiom di Lecco



LECCO - Sacchi di carbone e calze “amare”, con scritto “Sindacato?  Solo per chi è tutelato”. Sono i doni per l’Epifania consegnati alla Fiom/Cgil  di Lecco. A recapitarli non è stata la Befana, ma CasaPound Italia che nella notte dell’Epifania ha compiuto un blitz in via Besonda, sede dei sindacati lecchesi.

Questo, spiegano, per  ricordare la situazione in cui versa il tessuto produttivo locale: 6mila posti  di lavoro persi fino al 2013; 25% di disoccupazione giovanile; 15% di giovani  sfiduciati che non cercano più lavoro e non studiano.
“In tutto questo – spiega Cpi Lombardia – i sindacati, e in particolare la  Fiom/Cgil, sembrano dei dinosauri che si dibattono in una pozza di catrame:  imbelli e impotenti. Del resto, come il caso Leuci ha definitivamente chiarito,  è evidente che la funzione di tutela del lavoratore, finalità primaria per la quale un sindacato dovrebbe lavorare, è venuta meno: davanti a operai in cassa  integrazione e futuri disoccupati presentano idee demagogiche, come l’ autogestione delle aziende, senza un efficace piano strategico di impresa e un  adeguamento delle normative in vigore; non indicano una politica di start up né  una che preveda di accompagnare seriamente i lavoratori nel mercato lavorativo;  impiegano anni nella concertazioni senza avere le capacità di stilare un piano  di rinnovamento e adeguamento dell’attività produttiva alle nuove esigenze del  mercato”.
“E’ lampante – prosegue Cpi – la frattura insanabile tra le esigenze dei  lavoratori, sempre meno tutelati, e le finalità del sindacato, ormai diventato  l’anticamera dell’ingresso in politica: un enorme apparato burocratico che  serve a fare carriera personale”.
“CasaPound – prosegue l’organizzazione – da anni sostiene la necessità di  socializzare le imprese in cui è venuto meno l’interesse del privato, anche  con l’intervento diretto dello Stato perché sappiamo che serve molta liquidità  per far fronte all’acquisto di macchinari, trasporti, debiti con fornitori.  Questo – conclude Cpi Lombardia – è possibile solo con la promulgazione di  specifiche norme attuative degli articoli 43 e 46 della Costituzione, norme che nessuna forza politica o sindacale si è mai fatta carico di proporre”.

                                                                        
 
 
 

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