martedì 17 dicembre 2013

«Caro Gianni i soldi di An vadano ai nostri morti»

L’ira della papessa nera.

Assunta Almirante contro Alemanno: «Quei fondi sono stati creati dall’Msi, sacrificio dopo sacrificio»


«È un patrimonio d’amore, costruito con il sacrificio di Giorgio Almirante e dei militanti del Movimento Sociale Italiano. Non può essere disperso facendo opere di bene»: Donna Assunta Almirante interviene con passione nella vicenda della Fondazione Alleanza Nazionale che, con beni e simbolo dopo la frantumazione della destra italiana, attende di vedere definito il suo futuro.
Donna Assunta Almirante, non è d’accordo con la proposta di Alemanno il quale ritiene che la Fondazione dovrebbe aiutare «tutte le vittime delle disgrazie che colpiscono il nostro Paese»?
«Neanche un po’. Il patrimonio di Alleanza Nazionale è stato creato dal Movimento Sociale Italiano a costo di grandi sacrifici. Quel partito fu fondato il 26 dicembre del 1946 da Giorgio Almirante in casa dell’onorevole Michelini. Soldi non gliene diede nessuno: ha fatto tutto lui, cambiale su cambiale, ipoteca su ipoteca. E poi i militanti: persone che, per pagare una sede, si sono autotassate, privandosi dei soldi per la casa, di un regalo per i figli. Giorgio per se non spendeva niente, durante le campagne elettorali andava in giro per l’Italia a fare comizi. Non dormiva in albergo, ma nelle sale d’aspetto delle stazioni, con un foulard sugli occhi, per non essere disturbato dalla luce».
E la proposta di Gasparri di destinare i fondi alle famiglie delle vittime di destra?
«Sono d’accordo, mi sembra giusto. Ci sono delle famiglie che hanno passato momenti terribili, come quelle della strage di Acca Larentia. Quei soldi non vanno dati a Tizio e Caio per pagare debiti. Le campagne elettorali se le pagassero da soli, quelli che adesso camminano sulle guide rosse. Sono molto preoccupata, da un lato ho grande fiducia in chi è stato nominato ora per amministrare. Per il futuro penso che quel patrimonio non deve essere disperso, credo che serva un congresso, con una grande partecipazione, per decidere cosa fare».
C’è anche il problema del simbolo...
«Il simbolo è legato ai beni, certo, potrebbe riapparire. Sono passati tanti anni, ma ci sono molte persone anziane alle quali piacerebbe tornare a vederlo. Anche se non saprei con chi, io ricordo quelli vecchi, quelli nuovi non li conosco. Il simbolo è anche un ricordo di Giorgio Almirante, un uomo onesto che è rimasto nel cuore di tutti, senza distinzione di colore politico».
Che posto ha la destra nel suo cuore?
«Quello che mi sta a cuore sono gli italiani, quelli che lavorano e soffrono in questo momento difficile. Ai partiti non penso».
 

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