mercoledì 11 dicembre 2013

Alfano trema, chiede a vertici di polizia rassicurazioni sulla “tenuta” degli uomini in divisa

 
 
 
Udite,udite............parla Badoglio.
11 dic – ”La linea è sempre quella del rispetto delle legge e della democrazia. Noi siamo per dare tutto il supporto perché chi ha diritto a protestare lo faccia pacificamente, nel rispetto delle leggi e delle libertà degli altri. Ma non consentiremo che le nostre città vengano messe a fuoco”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al Tg3.
“Il Parlamento e’ la casa degli italiani ed e’ bene che si sappia nel dettaglio cosa e’ successo”. Cosi’ il ministro dell’Interno risponde alla domanda se riferira’ in Parlamento sui disordini a seguito della protesta dei forconi.
«La linea – ha detto Alfano al termine di un incontro con i vertici delle forze dell’ordine – è quella del rispetto della legge e della democrazia: significa che le forze dell’ordine sono lì per dare supporto a chi protesta pacificamente e nel rispetto della legge». Perchè non è pensabile bloccare l’intero tessuto produttivo del paese mettendo a ferro e fuoco le città e perchè sono «inaccettabili» le minacce subite dai commercianti «per chiudere le attività».
Nel corso dell’incontro, secondo quanto si apprende, il ministro avrebbe anche chiesto ai vertici delle forze di polizia rassicurazioni sulla ‘tenutà degli uomini in divisa: perchè al Viminale nessuno dubita che i poliziotti che si sono tolti il casco ieri in piazza a Torino abbiano eseguito un ordine ma tutti sanno che la base è in fibrillazione per via dei tagli alle risorse e degli stipendi bloccati. Rassicurazioni ampiamente ottenute visto che al termine il ministro ha sottolineato che in quella decisione non c’è nulla di particolare: «È sempre accaduto che vi fosse una relazione con i manifestanti pacifici e ciò non è da confondere con altri tipi di strumentalizzazioni che si è tentato di mettere in campo in queste ore. Gli uomini in divisa proteggono le istituzioni e la legalità e le istituzioni non si toccano».

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